STEP#30 - La scienza e la tecnica della cosa

Come ogni oggetto anche il santino ha subito nel corso dei tempi tante trasformazioni dovute all'evoluzione della scienza e quindi anche delle tecniche di produzione.
Nell'antichità spesso i santini erano acquerellati, dipinti a mano usando colori vegetali o tempere, ma prima forma di riproduzione stampata di Santini risale alla metà del 1400 e coincide con la diffusione della cosiddetta xilografia. Tale tecnica consisteva nell'incisione di un'immagine su una tavoletta di legno che successivamente veniva inchiostrata e quindi impressa su carta o pergamena. In alcuni Paesi come Germania e Olanda si usava il rame, perché a differenza del legno resisteva molto meglio all'umidità dell'inchiostro.
Un'ulteriore tecnica che si diffuse molto nelle Fiandre fu quella dell'acquaforte, tecnica più complessa, perché si lavorava su lastre di metallo che venivano pulite attraverso procedimenti chimici, ma che permetteva una maggiore cura dei dettagli e delle sfumature.
Nel 1796 fu inventata la litografia, una tecnica di stampa che sfrutta la proprietà delle pietre calcaree di assorbire grassi o di rigettarli quando vengono emulsionate con soluzioni acido-gommose. Un ulteriore sviluppo fu la cromolitografia ottenuta utilizzando diverse pietre calcaree bagnate con inchiostro di vario colore fissato con la resina e acqua miscelata con gomma arabica. Il torchio permetteva di premere le pietre sulla carta e di imprimervi l’immagine colorata.


Fonte: https://www.holyart.it/blog/santi-e-beati/la-storia-le-tecniche-produzione-del-santino/

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